Le immagini della Khan Tengri Expedition (7010 metri) da Parma al Kirghizistan

Di GIANCARLO COSTA ,

Khan Tengri Expedition da Parma al Kirghizistan (foto spedizione Pedini-Iret)
Khan Tengri Expedition da Parma al Kirghizistan (foto spedizione Pedini-Iret)

Di Roberto Mattioli

Da pochi giorni sono rientrati dalla spedizione alpinistica in Kirghizistan i parmigiani Alex Keim, Roberto Mattioli, Anna Bernazzoli e Stefania Zarotti, che unitamente agli amici veneti Andrea Brait e Monica Gargan, avevano come obiettivo la vetta del Khan Tengri (7.010mt).

In lingua mongola “Khan del Cielo” o il “Signore del Cielo” è il settemila più a nord del mondo, si trova sulla catena del Tien San e la vetta viene condivisa da tre nazioni: Kazakistan, Kirgizstan e Cina.

I sei componenti della spedizione, patrocinata dalla Provincia di Parma, sono arrivati a Bishkek, capitale del Kirghizistan il 2 Agosto, dopo aver concluso la loro preparazione con l'acclimatamento sull'arco alpino oltre i quattromila metri che li aveva portati sulla cima del Monte Bianco (4.810mt) poche settimane prima.

Da Bishkek hanno raggiunto con automezzi il campo di Karkara a quota 2.200mt, dopo 460km di strade in parte sterrate. Qui caricati tutti i materiali sull’elicottero raggiungevano il Campo Base posto sulla morena del ghiacciaio Inylchek Sud a 4.100mt di quota.

Le condizioni meteo avverse, che già avevano ritardato di un giorno il decollo dell’elicottero, concedevano solo 48 ore per installare il Campo 1 a quota 4.300 mt e posizionare una prima tenda vicino al Campo 2 a quota 5.500mt.

Gli alpinisti dovevano poi rientrare al Campo Base, dove una perturbazione scaricava nell’arco di due giorni un’abbondante nevicata. Con un meteo che concedeva una finestra di bel tempo di tre giorni, la spedizione ripartiva con l’obiettivo di installare gli altri due campi alti prima di tentare la salita finale alla vetta. Raggiunto nuovamente il Campo 1, distante ca. 8km dal Campo Base, le condizioni si rivelavano sin dall’inizio particolarmente difficili a causa della precedente nevicata.

Una grande seraccata si era abbattuta appena sotto il Campo 2 portando via tenda e materiali lasciati in precedenza e una gigantesca valanga aveva completamente modificato la traccia di salita tra il Campo 2 ed il Campo 3 posto a quota 5.900mt. In questi condizioni con rischi oggettivi particolarmente elevati, la spedizione unitamente a tutte le altre impegnate sulle pendici del Khan Tengri decideva di far rientro al Campo Base.

La nuova perturbazione prevista scaricava altri 2 metri di neve sui campi alti, rendendo in tal modo pressoché impossibile ogni ulteriore tentativo. La spedizione rimaneva bloccata al Campo Base sotto l’abbondante nevicata per tre giorni e i continui boati delle valanghe che si abbattevano tutto attorno erano il chiaro segnale che il “Signore dei Cieli” non voleva, per il corrente anno, essere visitato.

La spedizione sostenuta anche dalle aziende Ferrino, Agisko, Rewoolution ed SH Plus ha comunque rappresentato per gli alpinisti parmigiani una esperienza positiva e la base per ulteriori progetti ed obiettivi.

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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