Rock Master Arco (TN): i qualificati dell'Open Boulder. Domenica la finale in diretta su Rai Sport 1

Di GIANCARLO COSTA ,

Rock Master Open Boulder (foto Giulio Malfer)
Rock Master Open Boulder (foto Giulio Malfer)

Un’Open giocato sul filo di lana, una prima fase del boulder maschile agguerrita come non mai quella che ieri mattina ha dato l’accesso alla finale di domenica prossima. In gara si erano presentati in 24, dall’Australia fino al Messico, passando per la Cina, il Giappone, la Russia, l’Italia… insomma una gara internazionale che poi è stata combattuta fino all’ultimo tentativo. Si, perché mentre c’erano soltanto 4 “ticket” da vincere per procedere al prossimo round, c’erano invece 5 boulder da risolvere con una formula raduno – in cui gli atleti potevano provare i boulder nell’ordine che volevano – che sono stati risolti ben da 15 atleti.

Davvero impressionante il ritmo dell’australiano Christopher Webb-Parsons che ha risolto un boulder dopo l’altro al primo colpo, tranne uno che ha salito subito dopo, per poi chiudere lo zaino, sedersi soddisfatto e godersi l’elvolversi della gara. Alle sue spalle il grintoso giapponese Shinta Ozawa con un tentativo in più rispetto a Webb-Parsons ma, ed è qui la differenza, con due tentativi in meno per raggiungere la zona bonus rispetto al 3°, Mauricio Huerta. Ovvero il messicano che già l’anno scorso si era qualificato per la finale dell’Open e che, anche in questa edizione, non si è lasciato sfuggire questa bella occasione. Come d’altronde anche lo sloveno Klemen Becan (che già ieri si era qualificato per il Lead) e il coreano Jabee Kim che si sono qualificati quarti parimerito.

Dal punto di vista italiano, grande delusione per l’azzuro Stefan Scarperi che si è visto sfuggire il sogno della finale davvero per un soffio. Come Kim e Becan anche il bolzanino ha chiuso tutti e cinque i blocchi in 8 tentativi, ma la zona bonus è stata raggiunta con un tentativo in più rispetto a Kim e Becan. Peccato. Ma questo è il boulder, e lo sa bene Scarperi. Come lo sanno anche tutti gli altri, che questa mattina hanno dato vita ad una bella prima prova, degna del Rock Master.

Come in gara maschile anche quella femminile è stata dominata dall’incertezza, basti dire che in 8 hanno risolto tutti i 5 blocchi di questo Open. Una fra tutte, però, ha fatto la gara perfetta. Si era ben visto ieri, nella qualificazione Lead che Mathilde Becerra era in gran forma. Così, anche nel Boulder, dopo aver centrato ieri il passaggio in semifinale Lead, la francese ha dato prova di classe conquistando la finale a pieni voti. Per lei 5 blocchi risolti su 5 al primo tentativo, e certo di meglio non poteva fare. Sempre con tutti i top, ma con due tentativi in più, il secondo passaggio per la finale è in coabitazione tra due fortissime boulderiste. La prima è la russa Yulia Abramchuk già campionessa del mondo nel 2009. La seconda è Annalisa De Marco protagonista di una gara bellissima che conferma il valore e il gran talento di questa 17enne di Feltre autentica promessa dell’arrampicata italiana. Entrambe hanno superato per un “niente” (1 tentativo in meno per il bonus di zona) la giapponese Aya Onoe che però si consola con l’ultimo biglietto per la finale. A differenza della francese Alizée Dufraisse che, quello stesso passaggio di turno, se l’è visto sfuggire per un tentativo in più sulle zone bonus… Più o meno la stessa storia successa anche per le altre 4 che, pur avendo collezionato tutti i 5 top, devono dare addio al sogno della finale. Così la statunitense Meagan Martin è sesta, l’olandese Vera Zijlstra settima mentre l’israeliana Valeri Kremer, a cui l’anno scorso era riuscito il “colpaccio” di conquistare la finale, è ottava.

L’appuntamento per sapere come va a finire è per domenica alle 13:00 con la finale maschile e alle 17:00 con quella femminili. Lo spettacolo è assicurato, come la diretta su Rai Sport 1 dalle 14:30 di domenica.

Fonte Comunicazione Arco Rock Legends

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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