The Way for the K2: tutti e sei gli alpinisti valdostani in vetta almeno ad un 8000

Di GIANCARLO COSTA ,

Le Guide Alpine valdostane della spedizione The Way for the K2
Le Guide Alpine valdostane della spedizione The Way for the K2

Sono rientrati in Italia gli alpinisti della spedizione “The way for the K2… la montagna impossibile” di ritorno dal Pakistan con l’obiettivo di scalare il Nanga Parbat, il Broad Peak e il K2. Il gruppo di Guide Alpine valdostane membri dell’Unione Valdostana Guide di Alta Montagna (UVGAM) e dell’associazione valdostana Maestri di Sci (AVMS), hanno dunque centrato tutti gli obiettivi della spedizione resa possibile grazie al contributo della Regione Autonoma Valle d’Aosta, UVGAM, AVMS, AROL oltre agli sponsor dei singoli alpinisti: tutti e sei in vetta almeno ad un 8000 e senza ossigeno supplementare.

Il veterano Marco Camandona (Guida Alpina della Società Guide di Valgrisenche) salendo il Nanga Parbat e il Broad Peak ha firmato l’undicesimo e il dodicesimo 8000 senza l’ausilio dell’ossigeno.
Pietro Picco (Guida Alpina della Società Guide di Courmayeur) porta a casa tutte e tre le vette, Nanga Parbat, Broad Peak e K2.
François Cazzanelli (Guida Alpina della Società Guide del Cervino) e Jerome Perruquet (di soli 25 anni, Aspirante guida alpina e membro della Società Guide del Cervino) firmano le vette del Nanga Parbat e del K2.
Emrik Favre (Guida Alpina della Società Guide di Ayas) e Roger Bovard (Guida Alpina della Società Guide di Valgrisenche) salgono sul Nanga Parbat, quest’ultimo apponendo la bandierina sul suo primo 8000; entrambi senza l’ausilio dell’ossigeno.

Inoltre, Cazzanelli e Picco, segnano un altro primato, l’apertura di una nuova via sul Nanga Parbat che hanno chiamato “Valle d’Aosta Express” in onore della Valle d’Aosta e all’Unione delle Guide Valdostane cui appartengono gli alpinisti. La via si sviluppa dapprima su un seracco verticale alla base, per poi proseguire su pendii nevosi sempre più ripidi. La parte finale, tecnicamente più difficile è caratterizzata da delle lunghezze di misto che portano in cresta a 6000 metri a ricongiungersi con la Kinshofer, per un totale di 1800 metri di salita dal campo base, ad una quota in cui l’aria sempre più rarefatta rallenta notevolmente la progressione.

Questi non sono gli unici traguardi raggiunti, perché per arrivare a questi risultati sono da mettere in conto sacrifici e scelte improvvise a causa di cambiamenti repentini della meteo o situazioni estemporanee che cambiano le priorità. Come nel caso di Cazzanelli, che durante la salita del Broad Peak a mezz’ora dalla cima, a circa 8000 metri, a causa di un incidente che ha visto coinvolto un alpinista britannico, si è fermato per chiamare i soccorsi decidendo poi, di rinunciare alla vetta e di tornare indietro.

Anche un altro alpinista, Emirk Favre, ha dovuto fare i conti con un imprevisto. A causa di una bronchite che lo ha colto dopo la salita del Nanga Parbat, Emrik Favre, a malincuore, ha dovuto lasciare il campo base e rientrare in Italia rinunciando così al sogno del K2. Ma come si dice nel mondo dell’alpinismo, la montagna non si sposta, sta là. Non bisogna avere fretta e sapere rinunciare non è una sconfitta ma un atto di buonsenso.

Nella fase di acclimatamento, ci sono stati anche altri momenti inaspettati di avventura pura, come la salita, non prevista, all’anticima del Ganalo Peak, a quota 6100 metri, alquanto emozionante perché scalata in stile alpino, senza alcun tipo di informazione sulla montagna. Con bivacco a 6000 metri e difficoltà tipiche delle più belle creste di neve e ghiaccio delle Alpi.

Un gruppo di professionisti della montagna, ma prima di tutto grandi amici che hanno saputo sostenersi a vicenda e festeggiare l’uno per l’altro. Un grande esempio di affiatamento che ha saputo coinvolgere anche un gruppo di trekkers, guidati da Roger Bovard, e che hanno raggiunto il campo base del K2 per condividere l’impresa di questi fortissimi alpinisti. Tra questi anche l’amico Sergio Cirio, imprenditore, alpinista - con all’attivo numerose vette in tutto il mondo e appassionato di montagna - che con la sua azienda, la Arol ha sponsorizzato la spedizione verso la “Montagna Impossibile” e che ha deciso di fermarsi con gli alpinisti fino alla fine della spedizione vivendo in prima persona, dal campo base accanto a Marco Camandona, l’esperienza della vetta del K2.

Proprio quella vetta, della seconda montagna più alta del mondo a 8611 metri, raggiunta il 28 luglio 2022 da Francois Cazzanelli, Pietro Picco e Jerome Perruquet , senza ossigeno supplementare.

Negli anni sono stati svariati i tentativi da parte degli alpinisti valdostani di conquistare questo colosso. Prima di questi tre giovani alpinisti, le uniche guide alpine valdostane ad aver raggiunto la vetta del K2 erano state Abele Blanc e Marco Camandona che, il 29 luglio del 2000 alle ore 18,15, raggiunsero la vetta del K2, scalando lo sperone Abruzzi, al termine di una spedizione d’altri tempi con condizioni meteo e della montagna difficilissime.
«Dopo 22 anni, – scrive Camandona sulla sua pagina Facebook – vedere i miei ragazzi in vetta al K2 è stata un’emozione indescrivibile! Una tensione che non avevo mai provato prima, stare fermo al CB a incitare, incoraggiare e consigliare Francois, Jerome e Pietro cercando di dare la giusta interpretazione alla meteo e al terreno, non è stato facile! Prendere delle decisioni per gli altri che rischiano la vita su una montagna così impegnativa ma anche tanto amata dagli alpinisti è stato difficile. Ho faticato “quasi” quanto loro ma la gioia alla notizia del raggiungimento della vetta è stata immensa! Il K2 ha sempre il suo fascino! – e conclude – La prossima volta sarò con loro a lottare verso l’alto come abbiamo fatto al Nanga Parbat e al Broad Peak. Obbiettivo TOP 14 destinazione G1 e G2 e perché no per i più bravi G4!».
E con il detto “squadra vincente non si cambia!” Camandona lascia intendere già la destinazione della prossima spedizione che, conoscendolo, non tarderà ad arrivare.

La spedizione “The way for the K2… la montagna impossibile” è resa possibile grazie a Regione Autonoma Valle d’Aosta, UVGAM, AVMS e ad AROL e agli sponsor dei singoli alpinisti.

Fonte Top1 Communication

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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