Le Dolomiti di Dino Buzzati: a un’ora da Venezia il paradiso dell’outdoor in Valbelluna una gemma incastonata tra Dolomiti e Prealpi Venete

Di GIANCARLO COSTA ,

Belluno e il Piave (foto Giuliano Vantaggi)
Belluno e il Piave (foto Giuliano Vantaggi)

Così descriveva questo meraviglioso mondo Dino Buzzati, una delle firme più autorevoli del giornalismo contemporaneo

“Bisogna che mi decida finalmente a scrivere qualcosa sulla terra dove sono nato. Ne ho la voglia da parecchie centinaia d’anni ma non riuscivo mai a partire. Perché si dà questo curiosissimo caso: se qualsiasi italiano di qualsiasi regione proclama che la sua terra è stupenda e che ci sono meravigliosi monumenti e meravigliosi paesaggi e così via, nessuno trova niente da dire. Ma se io dico che la mia terra è uno dei posti più belli non già dell’Italia ma dell’intero globo terracqueo, tutti cascano dalle nuvole e mi fissano con divertita curiosità. La mia patria infatti si chiama Belluno e benché sia capoluogo di provincia, vado constatando da decenni che quasi nessuno tranne i bellunesi, sappia dove sia (e molti anzi ne ignorano perfino l’esistenza)”.

Ed invece in questa terra si possono trovare scorci meravigliosi che appagano gli occhi e che soddisfano chi vuol praticare trekking, canyoning, torrentismo, alpinismo e altro ancora, dal parapendio allo slack line, all’high line . E’ un territorio che più lo scopri e più ti viene voglia di scoprirlo.

Il viaggio in Valbelluna parte dal Feltrino per arrivare a Belluno raccontando gli incredibili spunti storici uniti alle emozioni di panorami e paesaggi che sono stati decretati Patrimonio dell’Umanità nel 2009. Feltre una delle città storiche più belle d’Italia, già citata due volte da Dante nella Divina Commedia nel canto I dell’Inferno

“E sua nazion sarà tra feltro e feltro” e nel canto IX del Paradiso “Piangerà Feltro ancora la diffalta dell'empio suo pastor”.

E’ incredibile come dalle splendide scalinate e dal castello di Alboino si possano ammirare le Dolomiti e le Prealpi in tutto il loro splendore . Ed è così che si passa in un attimo dalla città che diede le prime glorie a Carlo Goldoni al Vincheto di Celarda , un’oasi naturalistica incredibile in cui stare a contatto con gli animali diventa una cosa quasi scontata. Cervi, caprioli, daini saranno i vostri compagni di viaggio.

Rimanendo sempre sulla sinistra del fiume Piave , unico fiume al mondo “Sacro alla Patria” per motivi bellici, si attraversa la località di Busche per arrivare a Lentiai . Qui si possono intraprendere vari percorsi di trekking e di canyoning. Due consigli su tutti: il canyoning sul torrente Rimonta , una forra eccezionale che presenta una cascata di 50 metri e che finisce con due meravigliosi laghetti , luogo spettacolare per gli amanti del birdwatching, e il trekking naturalistico storico , da effettuare in maggio, che attraversa i meravigliosi prati fioriti con centinaia di migliaia di narcisi di Pian de Coltura, fino ad arrivare nella valle dei Boschi di Lentiai alla Casera La Spasema, luogo simbolo dei partigiani .

Ancora proseguiamo verso Mel, Bandiera Arancione del Touring Club, e poi verso Trichiana, città natale di Tina Merlin la giornalista del Vajont. Qui assolutamente da non farsi sfuggire l’occasione di vedere un sistema di canyons di oltre 60 milioni di anni fa che possono essere percorsi facilmente facendo torrentismo. Siamo ai Brent de l’Art vicino a Sant’ Antonio di Tortal , sulla strada dei 100 giorni, quel Passo San Boldo che venne costruito per motivi bellici in poco più di tre mesi. Come si vede si passa velocemente dalla storia alla natura. E’ questo connubio eccezionale che ha pochi rivali a livello internazionale. I Brent sono percorribili sia verso sud che verso nord. Si ha l’impressione di catapultarsi in vasche che hanno millenni di storia.

E’ giunto il momento di arrivare a Belluno non prima di aver percorso gli splendidi percorsi di mountain bike della Val Morel, un vero e proprio balcone delle Dolomiti.

Belluno, la città di Andrea Brustolon, il Michelangelo del Legno come lo definì Honorè de Balzac, è uno scrigno da scoprire e soprattutto è la Capitale delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità in quanto è l’unico dei 5 capoluoghi di Provincia delle Dolomiti che ha all’interno dei confini comunali la zona cuore UNESCO.

Infatti per gli amanti dell’outdoor, del trekking e dell’alpinismo non si può assolutamente perdere questa tappa. Vivamente consigliata è la partenza dell’Alta Via n 1 da Case Bortot, Località Bolzano Bellunese. Da qui prendendo il sentiero che porta al Rifugio Settimo Alpini si incontreranno alcuni scorci magnifici delle Dolomiti Bellunesi fino ad arrivare al cospetto di Sua Maestà La Schiara .

Assolutamente da non farsi sfuggire l’occasione di scendere al Canyon del Bus del Buson chiamato l’Auditorium di Pietra. Una forra utilizzata per i concerti d’estate che richiama folle numerosissime di turisti. Altre due chicche nella zona: l’Olt della Val Medon e il Ponte della Mortis.

Ci inoltriamo ora lungo la destra orografica del Piave e ci dirigiamo verso la Valle del Mis, una delle Porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. In questa gemma di valle incastonata nelle Dolomiti le due escursioni principali riguardano i cadini del Brenton e la cascata della Soffia. Sono due vere e proprie “perle”.

Incredibili anche le altre due porte a sud del Parco e cioè la Val Canzoi e il Passo di Croce d’ Aune. In Val Canzoi attenzione anche al folletto del Mazzarol che può far perdere l’orientamento.

Ulteriori approfondimenti sulle Dolomiti bellunesi a sito www.dolomitiprealpi.it

Articolo Publiredazionale

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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